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World Premiere al TIFF per gli “Anni Felici” di Daniele Luchetti

Anni felici (precedentemente noto con il titolo Storia mitologica della mia famiglia), il nuovo film di Daniele Luchetti, sarà presentato in anteprima mondiale al Festival di Toronto (5 – 15 settembre 2013). Il film, sceneggiato da Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Caterina Venturini e lo stesso Luchetti, con protagonisti Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti, uscirà nelle sale il prossimo 3 ottobre. Fanno parte del cast anche Martina Gedeck (Le vite degli altri) e, per la prima volta sullo schermo, i due bambini Samuel Garofalo e Niccolò Calvagna. Prodotto da Cattleya con Rai Cinema, co-prodotto dalla francese Babe Films e distribuito da 01 Distribution, Anni Felici è stato girato per nove settimane tra Roma, Follonica, Milano e Camargue (Francia).

Anni Felici è il più autobiografico dei film di Luchetti (I piccoli maestri, Mio fratello è figlio unico, La nostra vita). La storia, ambientata a Roma nel 1974, è quella di Guido, interpretato da Kim Rossi Stuart, un artista che vorrebbe essere d’avanguardia ma si sente intrappolato in una famiglia troppo borghese e presente. Serena, sua moglie (Michaela Ramazzotti) non ama l’arte ma molto l’artista dal quale vorrebbe essere ricambiata con attenzioni e riconoscimenti. I loro figli, Dario e Paolo, rispettivamente di 10 e 5 anni, sono testimoni involontari dell’irresistibile attrazione erotica dei loro genitori ma anche dei loro disastri, dei tradimenti, delle trattative sentimentali. Tra happenings artistici, colpi di testa, film in super 8, pigre vacanze, design e confessioni, il film racconta gli anni felici – ma che sembravano infelici – di una famiglia che, provando ad essere più libera, si ritrova in una prigione senza vie di fuga. Riusciranno a salvarsi?

“Questo per me è un film molto personale – spiega Luchetti – sono partito da lontano perché con Mio fratello è figlio unico ho raccontato la famiglia di qualcun altro, Antonio Pennacchi (il film era è tratto dal libro Il fasciocomunista, ndr). Con La nostra vita ho raccontato la vita di un vicino di casa e alla fine ho capito che era ora di tentare di avvicinarmi alla mia famiglia, a dire per la prima volta ‘io’. Ovviamente adottando censura, autocensure e schermi”. E se il titolo provvisorio del film era Storia mitologica della mia famiglia è perché, spiega, “è una storia in cui tutto è reinventato per cercare di dire la verità. Molto fatti sono falsi, i sentimenti sono tutti veri”.