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Suburra, sul set di Sollima

(ANSA) – È il set di un film o un servizio di cronaca del telegiornale? Stefano Sollima, il regista di Romanzo Criminale la serie e di Gomorra tv, agli ultimi giorni di riprese di Suburra, si trova a dirigere un’opera di sconcertante attualità, neanche fosse un documentario. Suburra sta alla Mafia Capitale come Gomorra alla camorra napoletana, entrambi quello di De Cataldo e Bonini e quello di Saviano libri anticipatori di inchieste giudiziarie e testi ispiratori di un cinema fortemente agganciato alla realtà. Siamo sul set, in pieno centro storico dentro la Chiesa di S.Lucia a Via di Monte Brianzo all’ombra del Palazzaccio, Elio Germano assiste al funerale del padre. La mattina le riprese erano state al cimitero del Verano. Siamo alla fine di 11 settimane di riprese, tra Roma, centro e periferie, tra Testaccio e Ostia, tra Palazzo Chigi e Trastevere del film prodotto da Cattleya ad alto tasso di spettacolarità, con esplosioni, rapine, movimenti di massa. Fino a 1900 comparse utilizzate e scene complesse. Un sanguinoso regolamento di conti in un supermercato è stato girato ad esempio in due centri commerciali, Porta di Roma e Euroma 2.

Al centro del film ”la decadenza di Roma, quell’intreccio di poteri collusi che divorano la città nelle fondamenta”, dice il regista che, durante una visita sul set in esclusiva ANSA, racconta di non meravigliarsi troppo delle notizie sull’inchiesta. ”Il romanzo Suburra tracciava già certi scenari, l’inchiesta di Lirio Abbate sull’Espresso sui 5 re di Roma, l’anticipazione sulla Tempesta perfetta che si stava per scatenare, scritta su Fanpage a settembre hanno messo nero su bianco. Oggi giriamo un film che affonda nella realtà pur con una storia di fantasia, mi era già capitato con Romanzo Criminale e Gomorra ma sono nel solco del cinema italiano di genere degli anni ’70”. In Suburra si muovono un politico invischiato fino al collo, Filippo Malgradi (Pierfrancesco Favino), un pr che si sente il più grande di Roma e favorisce incontri tra la criminalità e la politica, Sebastiano (Elio Germano), un boss erede della banda della Magliana, Samurai (Claudio Amendola).

Alessandra Magliaro per Ansa.it

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